giovedì 10 gennaio 2013

Musicare GABRIELE D'ANNUNZIO al Lunezia 2013

A 150 anni dalla nascita: musicare Gabriele D’Annunzio  al Premio Lunezia Nuove Proposte 2013.
  
Oltre a Band, Cantautori/Autori e Autori di Testo, "MUSICARE I POETI" è la nuova sezione del Lunezia Nuove Proposte nata nel 2009 e diretta dal critico musicale Paolo Talanca.

Gli autori che vorranno iscriversi in questa categoria dovranno musicare le prime tre strofe della poesia  Aprile di Gabriele D’Annunzio (dal "Poema paradisiaco", 1893).


Le modalità di partecipazione sono le medesime della categoria cantautori (vedi link come partecipare – Nuove Proposte), così come la quota di partecipazione (32 €).  L’impegno è quello che la musica abbinata a questa poesia dovrà essere rigorosamente inedita.  Sarà altresì sufficiente l’invio di un (1) brano, quindi non di due brani come per la tradizionale categoria cantautori.

Per quanto riguarda l’esecuzione l’autore potrà avvalersi della propria voce o di quella di altro interprete, basta che lo renda noto nella scheda di partecipazione.

Tra le opere pervenute una (1) verrà scelta, dalla redazione Musical-Letteraria, per partecipare alla serata finale del Premio Lunezia Big, prevista il  22 Luglio 2013 a Marina di Carrara (MS) .

Tutti avranno comunque diritto ad una analisi della propria opera (così come per la categoria cantautori/band e autori di testo ).

Anche le iscrizioni a questa sezione sono aperte sino al 18 Giugno .


É concesso ripetere versi o passi della poesia, anche come ritornelli, o aggiungere sillabe “di appoggio”. Mettere in musica la poesia comprendendone l’essenza, rispettandone il più possibile la forma. Questa è la sfida.

Per eventuali chiarimenti info: 0187 708181 – 0187 712567 – 347 3065739 – 339 6882301.

Responsabile artistico: Paolo Talanca.
Di seguito la poesia da musicare.

APRILE
(Gabriele D’Annunzio)


Socchiusa è la finestra, sul giardino.
Un’ora passa lenta, sonnolenta.
Ed ella, ch’era attenta, s’addormenta
a quella voce che già si lamenta,
che si lamenta in fondo a quel giardino.


Non è che voce d’acque su la pietra:
e quante volte, quante volte udita!
Quell’amore e quell’ora in quella vita
s’affondan come ne l’onda infinita
stretti insieme il cadavere e la pietra.


Ella stende l’angoscia sua nel sonno.
L’angoscia è forte, e il sonno è così lieve!
(Par la luce d’april quasi una neve
che sia tiepida.) Ed ella certo deve
soffrire, vagamente, anche nel sonno.